Perché é importante la pianificazione finanziaria?

Abbiamo già detto che il sistema economico italiano si caratterizza per due aspetti: è un sistema fortemente “banco-centrico”, nel quale prevale una dimensione di impresa piccola o addirittura “micro” (meno di 10 addetti), in cui spesso ricorre il binomio impresa-famiglia.

E’ una eredità del passato, ma in un’ottica di “Credito 2020” non vi è più spazio per l’assunto “impresa povera/famiglia ricca”.


Equity e sostenibilità del debito

Il primo aspetto che oggi conta nella programmazione delle risorse aziendali è l’Equity, cioè i Mezzi Propri il capitale proprio dell’imprenditore o dei soci. Esso rappresenta l’insieme delle risorse finanziarie che l’imprenditore o i soci hanno destinato al finanziamento dell’impresa, quindi quel “capitale di rischio” che in ottica bancaria viene apprezzato come indicatore della fiducia che la struttura proprietaria ripone nell’intrapresa aziendale. Approfondiremo il rapporto tra Debito e Mezzi Propri nella Fermata 9 del nostro percorso. .

Al contempo l’ammontare dei Mezzi Propri [MP] influenza indirettamente la disponibilità e l’entità del capitale di debito (o Mezzi di Terzi - MT): sul piano teorico a dotazione crescente di capitale proprio corrisponde maggiore disponibilità di capitale di debito, in primis costituito da finanziamenti e affidamenti bancari e, di conseguenza, sarà più agevole conseguire:

  • un buon equilibrio della situazione patrimoniale dell’impresa,
  • un minore assorbimento di interessi passivi bancari sulla redditività operativa dell’impresa,
  • una maggiore disponibilità di reddito effettivo per ripagare lo Stato (è sempre un nostro “socio”) e la Proprietà.

Non esiste a priori un adeguato livello di capitalizzazione dell’impresa - variabile anche a seconda delle caratteristiche del settore in cui opera l’impresa - ma va da sé che maggiore è la dotazione di MP, più cresce l’attrattività di rapporto e la disponibilità di soggetti finanziatori a sostenere l’impresa.

Un altro aspetto sul quale torneremo in maniera “ossessiva” nel nostro percorso formativo è il fatto che - a causa delle nuove previsioni regolamentari UE e delle regole di Vigilanza BCE - l’attenzione delle Banche nella valutazione del merito di credito si sposta sulla effettiva sostenibilità del debito bancario: è fondamentale la capacità dell’impresa di generare i flussi di cassa (cash flow) necessari a ripagare tutti i “fattori produttivi” e a rimborsare il capitale di debito.

Attraverso un set di dati aziendali completo e di qualità, l’impresa deve mettere in evidenza la propria, oggettiva, capacità di generare cassa, “convincendo” l’analista che affronta la nostra richiesta di credito, o superando brillantemente metodi di “credit-automation” che devono filtrare i flussi di richieste (in una logica più di tipo assicurativo che bancario).


Liquidità: un “rubinetto” e una “spugna”

Obiettivo prioritario dell’impresa deve essere la produzione di flussi di cassa positivi. Non sempre, tuttavia, ad un margine economico positivo corrisponde un surplus di cassa: può succedere che parte della liquidità potenzialmente prodotta - come vedremo dal M.O.L. (Margine Operativo Lordo o EBITDA ) - rimane imprigionata (assorbita) all’interno di una “spugna”, il Capitale Circolante Netto (CCN).

E’ molto importante evidenziare che questa spugna a volte assorbe liquidità, a volte ne rilascia. Tutto dipende dal momento specifico che l’impresa sta vivendo:

  • in una fase di sviluppo (aumento dei ricavi) la spugna tenderà ad aumentare di volume e ad assorbire liquidità,
  • mentre in una fase di contrazione dei ricavi la spugna tenderà a “sgonfiarsi”, rilasciando liquidità.

Una buona performance economica (di Conto Economico) può essere neutralizzata da una cattiva (o assente) pianificazione finanziaria: tra Ricavi e investimento in Capitale Circolante esiste infatti una proporzionalità diretta e su questo aspetto la programmazione delle risorse risulta fondamentale.

Avremo modo di apprezzare alcune semplici “regole d’oro” per far sì che la liquidità non resti imbrigliata tra le maglie del capitale circolante e che riguardano direttamente la selezione dei Fornitori, dei Clienti e dei partners bancari.

Parleremo quindi di Equilibrio VERTICALE, in una logica massimamente virtuosa di autofinanziamento in cui il Margine Operativo Lordo (MOL) è il «rubinetto» da cui sgorga la liquidità in misura sufficiente a riempire la «vasca» aziendale (cioè tutte le sue gestioni e necessità), a condizione che la «spugna» (il CCN) non ne intercetti una parte.

Esiste anche un Equilibrio ORIZZONTALE, generato da apporti esterni di risorse, tipicamente accensione di nuovi finanziamenti bancari (+MT) e/o incremento dell’autofinanziamento (+MP: aumenti di capitale o finanziamento dei soci), oppure indotto da comportamenti al limite della difficoltà, non riuscendo a generare cash attraverso la gestione ordinaria, attingono a finanziatori estemporanei (fisco o fornitori che vengono differiti o dilazionati) o cercando di vendere macchinari, terreni e fabbricati non strettamente necessari alla attività aziendale.

Affronteremo il tema degli equilibri di cassa nella ZONA 3 del nostro percorso, in particolare, nella Fermata 8, dedicata all’analisi del flussi di cassa aziendale.

Il credito alle imprese non si può fermare, segue e seguirà nuove regole e nuove direttici: è fondamentale per le imprese conoscere le nuove “regole di ingaggio”, essere disponibili a comprendere il cambiamento e cambiare abitudini e comportamenti per imparare ad anticipare l’esame del Rating e della nuova valutazione bancaria.