RAPPORTO MENSILE ABI (Novembre 2023) Calano i volumi del Credito in Italia
  • 21 novembre 2023

RAPPORTO MENSILE ABI (Novembre 2023) Calano i volumi del Credito in Italia

I più recenti dati, relativi agli andamenti dell’economia dell’area dell’euro e di quella italiana, continuano a mostrare che gli effetti della politica monetaria restrittiva avviata dalla BCE da oltre un anno si stanno manifestando (ad es. forte contrazione dell’indice PMI, riduzione annuale della produzione industriale).

Gli effetti possono cogliersi anche nel mercato bancario in Italia.

PRESTITI BANCARI
A ottobre 2023, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi del 3,6% rispetto a un anno prima, mentre a settembre 2023 avevano registrato un calo del 3,8%, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 6,7% e quelli alle famiglie dello 0,9%.

Il calo dei volumi di credito è coerente con il rallentamento della crescita economica che deprime la domanda di prestiti.

SOFFERENZE
Le sofferenze nette (cioè al netto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a settembre 2023 sono state 17,8 miliardi di euro (17,9 miliardi ad agosto).

Se confrontato con il livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto nel novembre 2015 (88,8 miliardi), il calo è di 71,1 miliardi.
Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è all’1,05% a settembre 2023 (1,06% ad agosto 2023; 4,89% a novembre 2015). 

 

A settembre 2023 in calo del 6,7% su base annua i prestiti alle imprese; -0,9% i crediti alle famiglie.

Secondo i dati ufficiali di Banca d’Italia, a settembre 2023 il tasso di variazione dei prestiti alle imprese non finanziarie è risultato pari a -6,7% (-6,2% nel mese precedente).
Il totale dei prestiti alle famiglie11 è sceso dello 0,9% (-0,6% nel mese precedente). La dinamica dei finanziamenti alle famiglie è risultata in rallentamento rispetto al mese precedente per la componente dei prestiti per l’acquisto di abitazioni (+0,5% rispetto a +0,8%) e in lieve aumento per il credito al consumo (+3,6% rispetto a +3,5% del mese precedente).
Nel secondo trimestre del 2023 la quota di acquisti di abitazioni finanziati con mutuo ipotecario è rimasta stabile al 64,1%. Anche il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è sostanzialmente invariato e pari al 76,7% (76,6% nel trimestre precedente).
L’analisi della distribuzione del credito bancario per branca di attività economica mette in luce come a settembre 2023 le attività manifatturiere, quella dell’estrazione di minerali ed i servizi rappresentino una quota del 58,3% sul totale (la quota delle sole attività manifatturiere è del 27,5%). I finanziamenti al commercio ed attività di alloggio e ristorazione incidono sul totale per circa il 22,4%, il comparto delle costruzioni il 9,0% mentre quello dell’agricoltura il 5,7%. Le attività residuali rappresentano circa il 4,6%.
Secondo quanto emerge dall’ultima indagine trimestrale sul credito bancario (Bank Lending Survey – Ottobre 2023), “nel terzo trimestre del 2023 i criteri di offerta sui prestiti alle imprese hanno registrato un ulteriore irrigidimento, ancora guidato dalla minore tolleranza e maggiore percezione del rischio. Questi fattori hanno contribuito anche all’inasprimento dei termini e delle condizioni generali su tali finanziamenti che è stato in parte attenuato dalla riduzione dei margini applicati dalle banche, in particolare sui prestiti meno rischiosi, come conseguenza di una crescente pressione concorrenziale. I criteri di offerta sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono rimasti invariati, mentre quelli per il credito al consumo sono stati inaspriti. I termini e le condizioni sono stati irrigiditi su entrambe le categorie di finanziamenti nonostante la maggior pressione concorrenziale. Per il trimestre in corso gli intermediari si attendono che i criteri di offerta sui prestiti alle società non finanziarie rimangano stabili, mentre quelli sui finanziamenti alle famiglie verrebbero inaspriti. La domanda di credito da parte delle imprese è nuovamente diminuita riflettendo in particolare l’aumento del livello dei tassi di interesse, il calo del fabbisogno per la spesa in investimenti fissi e il maggior ricorso all’autofinanziamento. La richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie si è ridotta sia per l’acquisto di abitazioni sia per la finalità di consumo; in entrambi i casi, il più elevato livello dei tassi di interesse e il peggioramento della fiducia ha continuato a esercitare un contributo negativo. Nel trimestre in corso la domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie diminuirebbe ulteriormente”.