Ascoltate le pressanti richieste di Imprese e Banche, unite nella emergenza pandemica.
L'Autorità bancaria europea (EBA-European Banking Authority) è intervenuta ieri con una nuova interpretazione sui criteri per la riclassificazione dei crediti alle imprese soggetti a misure di moratoria/sospensione.
In data 2 dicembre 2020 EBA aveva deciso di prorogare dal 30/09/2020 al 31/03/2021 gli orientamenti "positivi" sulle moratorie di legge e derivanti da accordi bilaterali (Banche e Associazioni di imprese). Veniva riconosciuta l’eccezionalità della situazione derivante dalla seconda ondata di COVID-19 e assicurato che i prestiti dalle Banche alle Imprese potessero proseguire su livelli adeguati di flussi anche attraverso una sospensione delle misure regolamentari sulle banche che impongono una riclassificazione (=revisione dello staging) delle esposizioni creditizie oggetto di concessione, con una moratoria/sospensione.
Il "diavolo - si sa - si naconde nei dettagli" e nella proroga era stato inserito un limite a questo stato di grazia, prevedendo che detta sospensione non potesse eccedere il periodo di 9 mesi.
Si sono delineate diverse situazioni, a seconda dell'avvio di moratoria dei crediti nel corso del 2020 e della durata della misura di concessione. La situazione peggiore riguarda (rectius, riguardava con la buona notizia di ieri) le moratorie per le imprese italiane "massive"e garantite dal Fondo di Garanzia per le PMI: la prima concessione nella primavera 2020 (D.L. CuraItalia) e le successive proroghe automatiche ex-lege hanno portato una enorme massa di crediti a scadenza di moratoria al 30 giugno 2021.
La task force congiunta cui fa capo Banca d’Italia continua a rilevare presso le banche, con cadenza settimanale, i dati riguardanti l’attuazione delle misure governative relative ai decreti legge ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’, le iniziative di categoria e quelle offerte bilateralmente dalle singole banche alla propria clientela. I dati più recenti, comunicati come di consueto con comunicato stampa delmercoledì, indicano numeri davvero importanti:
- le domande di adesione alle moratorie su prestiti PMI sono oltre 2,7 milioni, per un valore di circa 300 miliardi;
- superano quota 128 miliardi le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le PMI;
- attraverso ‘Garanzia Italia’ di SACE (Mid-Cap e Grandi imprese) sono state concesse garanzie per 20,9 miliardi di euro, per un totale di 1.449 operazioni.
Per questi 300/MLD di euro di crediti in moratoria (non siamo lontani dalla verità se affermiamo che si tratta del 40% dello stock di credito bancario in essere in favore delle Imprese - tutte - italiane) non si pone più il problema della data del 31 gennaio 2021, data alla quale:
- o l'impresa avesse dato dimostrazione poter riprendere con mezzi propri il "servizio del debito",
- oppure le Banche avrebbero dovuto rivedere la classificazione delle esposizioni e delle controparti, con alto rischio di gravi implicazioni per la situazione creditizia di centinaia di migliaia di imprese.
Si tratta di passaggi "tecnici" alquanto complicati, ma proviamo a spiegarli.
Rivedere in negativo lo staging bancario di un credito in moratoria (se l'impresa non dimostra capacità autonoma di servizio del debito) avrebbe portato l'esposizione da forbearence (oggetto di concessione) a forborne, cioè a credito deteriorato (NPL-non performing loan).
Non solo: (1) il recente inasprimento della definizione di inadempienza (default) bancaria - in vigore in tutta l'Area UE dal 01/01/2021 - avrebbe potuto portare a classificazione di deteriorato l'insieme delle Esposizioni del Cliente verso quella Banca (fortunatamente per le Micro e Piccole imprese questo passaggio non è automatico, ma rimesso alla singola valutazione bancaria), nonchè portare ad ampliare la classificazione peggiorativa per tutte le cointestazioni di rapporto (altri esponenti e altre imprese compartecipate).
Non solo: (2) la recente regolamentazione bancaria UE del c.d. Calendar provisioning avrebbe accelerato la copertura di accantonamento sulle esposizioni, con implicazioni di carattere economico e patrimoniale per le Banche, ma soprattutto con forti implicazioni di minor capacità di accesso al credito per le imprese più piccole, meno strutturate e meno patrimonializzate.
Con la "rilettura" di ieri da parte di EBA, si apre una nuova fase di sospensione della classificazione creditizia dei crediti PMI in moratoria, che dura sino al prossimo 30 giugno 2021, che coincide con la attuale proroga automatica delle moratorie-ex-lege in Italia. La perdita di valore per la banca finanziatrice viene mantenuta al di sotto della soglia tecnica del 1% (valore davvero bassissimo, soprattutto se si pensa ai momenti di crisi straordinaria che stiamo vivendo) di fatto sospendendo la necessità di classificazione a deteriorato.
E' senz'altro comprensibile la necessità delle Autorità di regolamentazione di puntare alla stabilizzazione finanziaria, soprattutto in ottica di sistema UE e di medio/lungo periodo; così come è comprensibile la necessità di evitare quel cliff effect - effetto "scogliera" - che porta ad una esplosione delle inadempienze tutte insieme (pericolosamente) se non rilevate tempo-per-tempo nei bilanci delle banche. Ciò che occorre, tuttavia, garantire in questa difficile fase per l'economia europea e mondiale (ricordiamoci reciprocamente che stiamo vivendo una pandemia inattesa e di portata epocale, quanto una WORLD WAR IV) che le banche continuino a erogare CREDITO E SOSTEGNO all’economia reale, così come le imprese in temporanea difficoltà da Covid-19 non siano sacrificate sull'altare regolamentare.
Le problematiche legate alla qualità dei crediti e della loro rilevazione nei bilanci bancari può essere sicuramente bilanciata con la necessità di salvare l'economia e il sistema (sociale ed) imprenditoriale italiano ed europeo.
Un ringraziamento particolare va a ABI e alle Associazioni di Imprese - Confcommercio per nostra parte - per aver avuto il coraggio e la costanza di avanzare richieste in sede politica UE ed arrivare a questo importante risultato.