Nel mese di settembre del 2022 le filiali regionali della Banca d’Italia hanno condotto la nuova edizione dell’indagine sulle banche a livello territoriale (Regional Bank Lending Survey, RBLS), che rileva l’andamento della domanda e dell’offerta di credito e della raccolta bancaria nelle diverse ripartizioni geografiche per il primo semestre dell’anno.
La rilevazione riproduce in larga parte le domande contenute nell’analoga indagine realizzata dall’Eurosistema (Bank Lending Survey, BLS).
Rispetto a quest’ultima, l’indagine RBLS si caratterizza per il dettaglio territoriale e settoriale, per il diverso profilo temporale (semestrale invece che trimestrale) e per il maggior numero di banche coinvolte (250 nell’ultima rilevazione).
I principali risultati della rilevazione sono riportati di seguito.
PMI - Imprese
Nel primo semestre del 2022 la domanda di credito delle imprese è tornata a crescere in tutte le aree del Paese, con una ripresa lievemente più intensa nel Mezzogiorno e nel Nord Ovest.
Le richieste di finanziamenti sono state motivate dall’accresciuto fabbisogno per la copertura del capitale circolante, ma anche dall’esigenza di sostenere gli investimenti e le ristrutturazioni delle posizioni debitorie in essere.
Nello stesso periodo si sono osservati primi segnali di maggiore prudenza nelle politiche di offerta alle imprese, in particolare nel Nord Est e nel Centro.
A fronte di un lieve aumento delle quantità offerte, le banche hanno fornito indicazioni di un moderato inasprimento degli spread applicati ai prestiti più rischiosi.
Famiglie
Nel primo semestre dell’anno in corso, la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie è tornata a crescere in tutte le aree del Paese.
È inoltre proseguito l’incremento della domanda di credito per finalità di consumo.
La percezione di un peggioramento delle prospettive economiche si è riflessa in una maggiore cautela delle banche nei criteri di offerta dei mutui per l’acquisto di abitazioni in tutte le macroaree, fatta eccezione per il Nord Est.
Le condizioni praticate sui prestiti finalizzati al consumo si sono invece ulteriormente allentate in tutte le ripartizioni territoriali.
Le famiglie, diversamente dal recente passato, hanno domandato meno prodotti del risparmio gestito e più titoli di Stato e azioni.