Le misure straordinarie del Governo per sostenere l'accesso al credito delle Imprese nel periodo più difficile della pandemia (DL Cura Italia, DL Liquidità, DL Rilancio e DL Semplificazioni su tutti) spingono ai massimi l'operatività del "Fondo Centrale di Garanzia", il fondo pubblico per le PMI di cui alla Legge 662/1996.
I dati di € 19,6/MLD di crediti bancari "attivati" nel 2019 - in lieve calo sul 2018 a causa dei rallentamenti iniziali nel periodo marzo-aprile 2019 per la entrata in vigore della Riforma del Fondo- saranno "bruciati" dai dati del 2020, che puntano addirittura a superare quota € 100 miliardi ad un ritmo impressionante, raggiunto soprattutto in Fase-2.
Gli ultimi dati ufficiali della Task Force congiunta MEF-MiSE-Banca d'Italia-ABI-MCC-SACE parlano di complessive n. 1.119.751 richieste di garanzia pervenute dagli intermediari bancari e finanziari al Fondo di Garanzia nel periodo dal 17 marzo al 29 settembre 2020 per richiedere garanzia pubblica su finanziamenti in favore di imprese, artigiani, autonomi e professionisti, per un importo complessivo di oltre € 86,1/MLD miliardi. In particolare, le domande pervenute e relative alle misure introdotte con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ sono 1.113.668, pari ad un importo di circa 85,3 miliardi di euro. Di queste, oltre 911.799 sono riferite a finanziamenti fino a 30.000 euro, con percentuale di copertura al 100%, per un importo finanziato di circa 17,9/MLD di euro; al 30 settembre sono state accolte n. 1.108.804 operazioni, di cui 1.102.971 ai sensi dei Dl ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’.
Il rifinanziamento del Fondo di Garanzia per le PMI supera i 7/MLD di euro, in previsione di un assorbimento importante di risorse per far fronte agli accantonamenti necessari per il conseguente rischio di credito connesso alla esposizione in garanzia.
La gratuità della garanzia del Fondo Centrale, l'innalzamento da 2,5 a 5/MLN di euro dell'importo massimo garantito per impresa, l'eliminazione dell'importo-massimo-per-operazione (era 1,5/Mln ex art 49 DL Cura Italia), la ammissione alla garanzia FdG per le imprese con numero di dipendenti non superiore a 499 (c.d. Mid-cap), la possibilità del Fondo Centrale di rilasciare garanzia su operazioni di Rinegoziazione, l'eliminazione della commissione per il mancato perfezionamento delle operazioni garantite dal Fondo, la concessione della garanzia pubblica senza la applicazione del modello di valutazione (Rating) introdotto con la Riforma del FCG , la apertura del Fondo alle Imprese Agricole, sono tra i fattori che spiegano in sintesi il "periodo di grazia" per le Imprese (in special modo le più piccole) per l'accesso ai finanziamenti garantiti dallo Stato.
Altro dato di rilievo riguarda la moratoria-PMI introdotta dal DL Cura Italia: circa 2,7 milioni le domande di adesione alle moratorie su prestiti, per un valore di quasi 300 miliardi, pari a oltre il 40% dello stock di crediti rilasciati alle Imprese in Italia (non solo PMI).
Rilancio anche per l'operatività dei Confidi - in particolare per i soggetti vigilati dalla Banca d'Italia, in qualità di Intermediari finanziari autorizzati ai sensi delll'art. 106/T.U.B. - con:
(I) il riconoscimento del Legislatore nell'ambito delle misure straordinarie di sostegno finanziario alle Imprese (DL Liquidità)
(II) l'ampliamento dell'operatività in finanziamento al pubblico dal 20% al 49% del volume di attività finanziaria (DL Rilancio)
(III) semplificazione nelle procedure di assegnazione di fondi pubblici UE, nazionali e regionali (DL Semplificazioni), con conseguente possibilità di accesso a importanti risorse di funding tramite i programmi BCE di finanziamento (T-ltro a 3 anni) e programma di provvista di CDP-Cassa Depositi e Prestiti (quest'ultimo con una dotazione complessiva di € 500/MLN).
Oltre alle caratteristiche attività di garanzia mutualistica e affiancamento e sostegno delle m-PMI nell'accesso al credito i Confidi si possono, dunque, presentare sul mercato forti di un accresciuto ruolo di soggetti finanziatori diretti, in special modo per le imprese di minore dimennsione (Micro e Piccole imprese, m-P.I.), che pù soffrono del processo di deleveraging bancario in atto.
UN NUOVO CONTESTO del credito per le m-P.I.
Il ricorso al capitale di debito va sempre adeguatamente ponderato, proprio perchè è "dovuto" a restituzione al soggetto finanziatore: nulla toglie alle straordinarie condizioni di approvvigionamento oggi esistenti sul mercato (combinazione di tassi di interesse ai minimi storici e di eccezionalità delle condizioni già ricordate di accesso ala Garanzia Pubblica), ma oltre all'equilibrio economico dell'impresa occorre guardare e salvaguardare il suo equilibrio patrimoniale e finanziario.
Bisogna, tuttavia, guardare oltre, in quello che potrà essere il “Next Normal” nella crisi in atto e nel dopo-crisi.
Si delinea per le micro e piccole imprese un nuovo scenario di complessità:
- diminuisce (almeno nel breve termine) la domanda di credito finalizzato a investimenti;
- aumenta il fabbisogno di liquidità delle imprese, per esigenze di gestione del Capitale Circolante e di equilibrio (o anche sostentamento) finanziario;
- cresce per le Banche la rischiosità del portafoglio crediti - già in essere;
- si inasprisce dal 2021 la normativa BCE e EBA per gli accantonamenti sui CREDITI DETERIORATI (Calendar provisioning);
- cresce per le Banche - in chiave prospettica - la incertezza/difficoltà di valutazione delle capacità di resistenza, equilibrio e ripartenza dei vari settori economici.
Le iniziative di agevolazione messe in campo dal Governo sono finalizzate a garantire un adeguato ed immediato supporto finanziario alle imprese danneggiate dall'emergenza sanitaria; le Banche, tuttavia, sono chiamate:
- nell'immediato: a intervenire tempestivamente EROGANDO NUOVA FINANZA in tempi brevi;
- successivamente: a porre in atto uno stretto MONITORAGGIO delle misure concesse per comprendere i tempi di reazione e di ripresa dei vari settori/cluster di clientela, individuando la necessità di eventuali ulteriori interventi mirati a favore delle imprese.
(2) E' lecito attendersi DOPO IL 31/12/2020 una evoluzione bancaria verso:
- attenta ATTIVITA‘ di MONITORAGGIO delle misure concesse per comprendere i tempi di reazione e di ripresa dei vari comparti di clientela finanziata in fase di crisi 2020;
- GRANDE SELETTIVITA’ nella valutazione di eventuali ulteriori interventi mirati a favore delle imprese, cioè dopo la grandissima concessione di liquidità-non-finalizzata del periodo maggio-dicembre 2020.
Dopo le crisi passate (2009-2011-2014) nessuno può permettersi un’altra “ondata” di NPL:
PER LE BANCHE: si renderanno necessari sistemi di valutazione integrati con informazioni quali/quantitative sintetiche, elaborate dalle Imprese sulla loro situazione attuale e sulle prospettive di riorganizzazione del business a breve termine.
PER LE IMPRESE: sarà confermata ulteriormente la necessità di elaborare nuovi set informativi:
- per evitare di andare incontro a rischi di sconfinamenti/deterioramenti di posizioni creditizie in tempi brevi,
- per rispondere ad una esigenza bancaria di comprendere meglio la situazione attuale e le prospettive di riorganizzazione del business a breve termine.
- per soddisfare un obbligo normativo previsto dal novellato art. 2086 del codice civile (“Codice della crisi e dell’insolvenza”).
Un nuovo rapporto tra Banca e Impresa potrà mitigare l'elevato rischio di aumento degli NPL già dai prossimi mesi; senza dimenticare che la base della concessione di credito si fonda non più sulle (sole) Garanzie, ma sulla valutazione analitica della capacità di generare liquidità attraverso la gestione caratteristica di impresa e di sostenere con successo il regolare rimborso alle varie scadenze degli impegni finanziari (in sintesi: MOL e DSCR).
Un tutoring per le imprese in materia di credito e finanza di impresa è "lontano" dalla cultura impenditoriale attuale, ma quanto mai necessario in special modo per le classi di impresa di minore dimensione.
Proprio i Confidi possono:
- gestire in maniera professionale e in ottica consulenziale in favore delle m-PMI le misure straordinarie agevolative, le garanzie, i crediti di imposta e gli strumenti di finanza agevolata a disposizione per supportare il fabbisogno finanziario delle imprese stesse;
- stressare l’attenzione delle Imprese (lato amministrativo) sul monitoraggio dei flussi di cassa della gestione caratteristica al servizio del debito;
- aiutare le Imprese a sviluppare nuovi PIANI DI IMPRESA in ottica bancaria, cioè per agevolare gli enti Finanziatori nella comprensione della evoluzione del business delle imprese;
- aiutare le Banche a mantenere il numero più elevato possibile di PMI in “bonis”, in una situazione di continuità aziendale, anche per evitare deterioramento del proprio portafoglio-di-garanzie in essere.