Divulgati in settimana gli esiti dello SREP 2019 - Supervisory Review and Evaluation Process (Processo di revisione e di valutazione prudenziale, analisi volta ad individuare i punti di debolezza delle banche e definire per le stesse i requisiti prudenziali aggiuntivi per il 2020) con esito "sostanzialmente soddisfacente” secondo Andrea Enria, presidente del Consiglio di Vigilanza della BCE; sembrano permanere a livello europeo problemi di redditività legati al modello imprenditoriale e alcuni casi di efficacia dei controlli interni.
A livello europeo: solo 6 Istituti - sui 109 coinvolti nel processo - sono sotto la soglia dei requisiti di capitale, con livelli di CET1 inferiori alle indicazioni (non vincolanti) di secondo pilastro.
Positiva anche la situazione sui processi di riduzione dei crediti deteriorati (NPL - Non Performig Loans) mentre restano problemi di redditività troppo bassa, di governance interna e rischi operativi.
«Siamo sostanzialmente soddisfatti del livello complessivo di adeguatezza patrimoniale degli enti significativi sottoposti alla nostra vigilanza» ha dichiarato Andrea Enria, presidente del Consiglio di Vigilanza della BCE. «La nostra valutazione ha rilevato che permangono preoccupazioni, in particolare per quanto riguarda i modelli imprenditoriali, la governance interna e i rischi operativi delle banche». Sulle 109 banche esaminate solo sei, rivela la Bce, «hanno mostrato livelli di CET1 inferiori agli orientamenti di secondo pilastro. Agli enti che non hanno adottato misure soddisfacenti nell'ultimo trimestre del 2019 sono state richieste azioni correttive».
Sempre alta l'attenzione della BCE profili di rischio di credito degli Istituti bancari, con una azione che mostra i suoi dati su 5 anni: quando la BCE ha avviato la vigilanza sulle banche europee di maggior dimensione «il volume degli NPL detenuto dagli enti significativi si collocava intorno a 1.000 miliardi di euro (pari a un’incidenza dell’8%). A fine settembre 2019 era sceso a 543 miliardi di euro (pari a un’incidenza del 3,4%)».
Prosegue l'analisi sulla sostenibilità del modelli imprenditoriale delle banche commerciali.
«Una valutazione dei modelli imprenditoriali ha mostrato che gli utili della maggior parte degli enti creditizi significativi sono inferiori al costo del capitale». Ciò «ostacola la loro capacità di generare capitale in modo organico e di emettere nuovo capitale di rischio. Alla luce dei timori per la bassa redditività, gli esperti di vigilanza stanno concentrando maggiormente la propria attenzione sulla capacità di tenuta futura delle banche e sulla sostenibilità dei loro modelli imprenditoriali».
Positiva la situazione per le banche italiane (11 in tutto sulle 109 vigilate dalla BCE) e "brilla" CREDEM che con il suo dato di Pillar 2 (P2r) del 1% si posiziona tra i primi 3 istituti europei, ma prima di fatto tra le banche commerciali: minore è il "cuscinetto" di Pillar 2 richiesto, minore è la rischiosità intrinseca della banca, con conseguente minor richiesta di capitale aggiuntivo rispetto ai minimi regolamentari.
Per le altre banche italiane, note positive per Intesa-Sanpaolo (1,5%), prima tra le "grandi banche" a livello europeo, insieme alla francese Crédit Agricole e la spagnola Santander; bene anche Unibredit Banca (1,75% e unica banca italiana ad aver registrato una riduzione del requisito di Pillar 2 (era il 2% nel 2018); BPER al 2%, al 2,25% di "buffer P2r" (requisito aggiuntivo) si trovano UBI, BancoBPM e CassaCentraleBanca; al 2,5% ICCREA; MPS e Banca Popolare di Sondrio. al 3%.
Tutto finito?
Niente affatto: si riparte subito con gli Stress test dell'EBA - European Banking Authority per "stressare"- come accade ogni 2 anni a partire dal 2011 - i conti degli istituti di credito in due distinti scenari economici prefigurabili, uno di base e uno "avverso".