Bol-Eco n.3/2020: da BANCA D'ITALIA uno sguardo attento sulle variabili macroeconomiche di periodo
  • 15 luglio 2020

Bol-Eco n.3/2020: da BANCA D'ITALIA uno sguardo attento sulle variabili macroeconomiche di periodo

IN SINTESI

La contrazione degli scambi internazionali si è accentuata in aprile. Nelle ultime settimane sono emersi segnali di ripresa, ma restano significativi i rischi: da maggio l’epidemia si è intensificata in alcune economie emergenti e negli Stati Uniti. Le misure espansive hanno favorito un rientro delle tensioni sui mercati finanziari, che rimangono tuttavia sensibili alle notizie sulla diffusione del contagio.


Il Consiglio della BCE ha rafforzato lo stimolo monetario. Il Consiglio direttivo della BCE ha rafforzato l’orientamento espansivo della politica monetaria ampliando la dimensione e l’;orizzonte temporale del programma di acquisti mirato a contrastare gli effetti della pandemia, che proseguirà fino a quando non sarà superata la crisi.


In Italia sono emersi segnali di recupero in maggio, ma la ripresa è graduale.

In Italia il calo del prodotto si sarebbe intensificato nel secondo trimestre, collocandosi in base alle informazioni attualmente disponibili attorno al 10 per cento. La stima rispecchia l’andamento sfavorevole nel mese di aprile; gli indicatori congiunturali segnalano che in maggio si è avviata una ripresa dell’attività.


Aumenta l’erogazione di prestiti alle imprese.

Le misure adottate dalla BCE e dal Governo hanno sostenuto il credito alle imprese. In Italia la crescita dei prestiti alle società non finanziarie in maggio ha raggiunto l’11,5 per cento (in ragione d’anno sui tre mesi). L’espansione del credito si è estesa alle imprese familiari con la progressiva riduzione dei ritardi nell’implementazione delle misure adottate dal Governo.


L’attività economica dovrebbe tornare a crescere nella seconda metà dell’anno.

In questo Bollettino si aggiornano le analisi di scenario per l’economia italiana. In uno scenario di base, nell’ipotesi che la pandemia rimanga sotto controllo, il PIL si contrarrebbe del 9,5 per cento nella media di quest’anno e recupererebbe in maniera graduale nel prossimo biennio (4,8 per cento nel 2021 e 2,4 nel 2022). Sviluppi più negativi potrebbero manifestarsi se emergessero nuovi rilevanti focolai epidemici a livello nazionale o globale.


Le iniziative europee potrebbero favorire la crescita.

Un miglioramento delle prospettive di crescita potrebbe derivare dal rafforzamento delle politiche espansive attualmente in esame. L’approvazione e l’utilizzo efficace degli strumenti in discussione per l’Unione europea può incidere direttamente sulla domanda, sulla capacità produttiva e sulla fiducia di famiglie e imprese. L’ammontare di risorse di cui sarà possibile beneficiare e il conseguente stimolo alla crescita dipenderanno dalla capacità di proporre e mettere in atto progetti di investimento validi


Peggiorano, tuttavia, le aspettative delle imprese sulla situazione economica generale.

Secondo l’INDAGINE DIRETTA condotta dalla Banca d’Italia tra il 25 maggio e il 17 giugno 2020 presso le imprese italiane con almeno 50 addetti, i giudizi sulla situazione economica generale nel secondo trimestre del 2020 «sono peggiorati rispetto alla precedente indagine condotta in marzo». Le imprese riportano una ampia flessione della domanda corrente. Le attese a breve termine sulle vendite sono invece meno pessimistiche, così come quelle sulle proprie condizioni operative.


La maggioranza delle imprese, rileva l’indagine, indica che il proprio fatturato ha subito una riduzione a causa della pandemia e prefigura che la propria attività torni ai livelli prevalenti prima della crisi sanitaria in poco meno di un anno. Solo il 3% delle aziende ritiene di non poter più tornare a livelli di fatturato pari a quelli precedenti la diffusione del Covid-19.
I giudizi delle imprese sulle condizioni di accesso al credito sono lievemente peggiorati rispetto al trimestre precedente. Circa metà delle imprese ha avanzato richiesta di liquidità nel quadro delle misure di supporto introdotte dai recenti decreti governativi, riuscendo ad accedervi in forma totale o parziale nel 70% dei casi.

Le condizioni per investire sono valutate in peggioramento. Le previsioni delle imprese sulla spesa per investimenti prefigurano una ulteriore riduzione dell’accumulazione nel secondo semestre: il saldo tra le attese di aumento e di diminuzione è negativo in tutti i settori (-12 punti percentuali, nel complesso dell’economia). Il saldo negativo è più ampio nell’industria in senso stretto (-19 punti) e modesto nelle costruzioni (-1,5 punti, concentrato al Sud).


Durante i mesi di restrizioni imposte per contenere la diffusione dell’epidemia la maggioranza delle imprese ha fatto ricorso alla modalità di smart-working (nel 72%), ha utilizzato la Cig (o forme di integrazione salariale simili; 71%). Una quota minore di imprese ha introdotto altre politiche di riduzione temporanea dei costi del lavoro o di riduzione dell’orario di lavoro.

Le attese sull’inflazione al consumo sono lievemente diminuite su tutti gli orizzonti temporali. I prezzi di vendita praticati dalle imprese hanno ulteriormente rallentato rispetto al trimestre precedente e le attese per i prossimi 12 mesi ne prefigurano incrementi molto modesti.