Banche e Imprese unite nella richiesta di flessibilità e gradualità ai Regolatori europei
  • 16 marzo 2021

Banche e Imprese unite nella richiesta di flessibilità e gradualità ai Regolatori europei

La crisi sanitaria in atto non arretra e continua a incidere negativamente sull’attività di impresa, rimandando uteriormente la fase di ripresa.

E' da questa considerazione che parte l'appello congiunto delle principali Organizzazioni imprenditoriali - tra le quali Confcommercio - e ABI, rivolto ieri sia alle istituzioni italiane che europee.

La grave situazione tuttora in atto ha evidenti impatti negativi non solo economici, ma anche sociali; la ridotta attività delle imprese si riflette su chi nell’impresa presta il proprio lavoro.

In questa difficile congiuntura - è l'appello fondamentale - rimane il sostegno alle imprese, evitando che esse perdano capacità produttiva in vista della soluzione della pandemia, attraverso lo sviluppo della campagna vaccinale nei paesi membri dell’Unione Europea; ma occorre anche creare i presupposti sulla base dei quali le imprese, una volta terminata l’emergenza sanitaria, abbiano le capacità, anche finanziarie, per riattivare rapidamente la produzione e contribuire alla crescita economica dell’intera Unione.

Le principali Associazioni di rappresentanza delle imprese italiane – riunite nel tavolo di Condivisione Interassociativo sulle iniziative Regolamentari Internazionale– ritengono fondamentale continuare a garantire la necessaria liquidità alle imprese e ottimizzare l’attuale disciplina del Temporary Framework sugli aiuti di Stato in relazione all’evoluzione della situazione.

In particolare, con riferimento al tema della liquidità, è necessario che le banche possano accordare alle imprese e alle famiglie nuove moratorie di pagamento dei finanziamenti e prorogare le moratorie in essere, senza l’obbligo di classificazione del debitore in forborne o, addirittura, in default secondo la regolamentazione europea in materia e riattivando la flessibilità che l’EBA aveva concesso alle banche europee all’inizio della crisi economica.

Per quanto riguarda il Temporary Framework, si segnala invece che il limite temporale, fissato a 6 anni per gli aiuti sotto forma di garanzia sui prestiti, appare estremamente stringente soprattutto in considerazione della durata e della profondità della crisi, rispetto alle iniziali aspettative. Sarebbe dunque necessario estendere il citato termine di durata della garanzia pubblica da 6 anni a non meno di 15 anni. Ciò consentirebbe alle imprese di diluire il proprio impegno finanziario su un arco di tempo più lungo, avendo a disposizioni maggiori risorse per affrontare la fase della ripresa con successo.

Vanno favorite le operazioni di ridefinizione della durata dei finanziamenti in essere con le ampie garanzie pubbliche offerte dal FCG-Fondo di Garanzia per le PMI, da ISMEA, da SACE e da altri soggetti autorizzati. Eventuali maggiori oneri andrebbero coperti con adeguati contributi in conto capitale, ammissibili secondo la disciplina del Temporary Framework.

Roma 15.03.2021

Tavolo di Condivisione Interassociativo sulle iniziative Regolamentari Internazionale