Sale la tensione (anche sociale), cresce l’attesa per il nuovo “Decreto” che entro fine Aprile dovrebbe impattare su più fronti sulle Attività Economiche:
- contributi a fondo perduto più “selettivi”, con l’obiettivo di sostenere Partite Iva e i settori più colpiti dalla crisi;
- rinvio di pagamenti tributari; esenzione/sconti su tributi locali (TARI?);
- blocco dei licenziamenti e degli sfratti;
- avvio del finanziamento di un fondo pluriennale per opere escluse dal PNRR;
- credito alle Imprese.
Non solo una dote più ampia dei 32/MLD di euro di scostamento di bilancio attivati dal primo provvedimento (si punta a 35-40 miliardi di euro), ma anche un impianto a maggior “spettro di azione”, con una ripresa dell’argomento CREDITO-mPMI lasciato in eredità pressoché totale ai due Decreti del 2020:
- Cura Italia, n.° 18/2020
- Liquidità, n.° 23/2020.
Sul versante Credito il Governo sta lavorando sulla proroga degli strumenti che hanno garantito ampia liquidità a Imprese e Professionisti, ma con alcune differenze sostanziali rispetto alle misure straordinarie del 2020:
- iniziare a rimuovere con gradualità le misure a supporto delle imprese;
- tenere conto dell’ampliamento del regime del Temporary Framework concesso dalla Commissione europea;
- mediare tra una realtà di perdurante difficoltà (chiusura) e anormalità per moltissime attività economiche e le previsioni EBA sulla uscita dalla crisi.
EBA ha prorogato fino a fine Giugno 2021 la possibilità per le Imprese che hanno fatto domanda di moratoria di non vedersi riclassificare il credito in stato non-performing. Una proroga che – attenzione – non è sempre automatica ed occorre andare a ben identificare:
- la DATA DI AVVIO della moratoria in atto (concessione del soggetto finanziatore);
- la TIPOLOGIA della moratoria in atto, distinguendo tra moratorie pubbliche (ex lege) e concessioni individuali (ad esempio Accordo ABI-Imprese, operante su base di concessione specifica e non massivo per effetto di legge).
Da Giugno le facilitazioni concesse da EBA verranno meno: sarà necessario verificare modalità e procedure per gli Istituti di credito per motivare la scelta di non procedere alla riclassificazione dello “status” del credito in sospensione.
Allo studio del Governo vi è anche il prolungamento della durata dei prestiti garantiti (di importo maggiore di eur 30mila) da 72 mesi a 120 mesi. Ciò potrebbe avvenire con una riduzione della garanzia pubblica ora presente, alleggerendo in questo modo il carico sulla Garanzia statale (via FCG- Fondo di Garanzia per le PMI o SACE).
Nonostante l’ampliamento all’impianto del Temporary Framework, preoccupa la rigidità del regolatore bancario europeo, attraverso la disciplina prudenziale prevista dalla vigilanza: siamo ancora in piena crisi pandemica, l’incertezza regna sulla procecuzione dei piani vaccinali e sulle riaperture delle attività economiche: bene la stabilità delle banche, ma anche Imprese e Famiglie devono essere messe in condizioni di operare e di essere valutate in condizioni di (piena) normalità.